:: Recensione de Ferro Sette di Francesco Troccoli – Curcio Editore 2012 a cura di Barbara de Carolis

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“Le profondità del pianeta sopprimevano il normale rincorrersi fra il giorno e la notte, e le settimane passarono, travestite da giornate senza inizio né fine.
Il tempo a Ferro Sette prese a essere un concetto astratto e privo di senso, ombra evanescente di un privilegio accessibile ai soli fortunati che vivevano all’esterno.”

Ferro sette è un romanzo di fantascienza.
Ambientato in un futuro lontano, popolato dagli stessi esseri umani che nel tempo hanno appagato la loro sete di spazio attraverso la scoperta e la colonizzazione di nuovi mondi, il romanzo si sviluppa intorno alla figura di Tobruk Ramarren, un uomo nel quale alberga una natura forte, cinica, funzionale a un’esistenza da risoluto cacciatore di taglie.
In una società in cui la logica imperante è quella della produzione, chiunque costituisca un ostacolo in tal senso, deve essere fermato e Tobruk ha una missione: recarsi su Harris IV, un pianeta vulcanico, poco ospitale e stanare un gruppo di minatori ribelli guidati da una sua vecchia conoscenza, un compagno di ventura. Gli anni della milizia sono distanti eppure Tobruk si ritrova al cospetto dell’uomo il cui ricordo fraterno non lo ha mai abbandonato, riconoscendo nei suoi occhi il familiare spirito ardente, custode, ora, di una verità dimenticata e riposta in un angolo scuro della memoria degli uomini. Le rivelazioni sull’idea stessa di umanità e sul suo destino penetrano profondamente nella coscienza del protagonista e la miniera diviene il luogo nel quale intraprendere un viaggio che lo condurrà  a diversi livelli di consapevolezza fino a scoprirsi un uomo capace di ospitare un animo complesso, le cui ombre si alternano a continui sprazzi di luce dei quali non si era voluta percepire la presenza.
Il carattere dei personaggi viene svelato a poco a poco, espressione di quelle dinamiche umane a noi vicine e, in fondo, consuete, seppur collocate in un universo sconosciuto, quasi a voler trasmettere quel senso di continuità nel comportamento umano, che anche l’evoluzione e il progresso sembrano voler comunque  conservare.
Francesco Troccoli è al suo esordio letterario come romanziere.
La sua narrazione ricca di elementi provenienti da un mondo delle idee ben frequentato dà prova di una naturale propensione al genere fantastico, presentandosi agli occhi del lettore, come un valido interprete di quelle immagini che si muovono incessantemente nella fantasia dei tanti affezionati alla fantascienza, come solo uno scrittore appassionato è in grado di fare.
Difficile non cogliere l’abilità dell’autore nel saper tracciare in punti nevralgici della storia delle linee utili a un ulteriore sviluppo delle vicende di questo personaggio del quale, siamo certi, sentiremo ancora parlare.

L’autore, Francesco Troccoli, romano, traduttore e blogger, dopo aver navigato con successo le acque dei concorsi letterari italiani, si cimenta in questa opera prima, entrando meritatamente a far parte della schiera degli scrittori di fantascienza degni di questa definizione.

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