:: Guida ai super robot – L’animazione robotica giapponese dal 1972 al 1980, Jacopo Nacci (Odoya, 2016) a cura di Elena Romanello

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Il 5 aprile del 1978, in pieni anni di piombo, andava in onda su Rai due, allora secondo canale, il primo episodio di Ufo robot Goldrake, il primo di una lunga e prolifica serie di cartoni animati giapponesi di genere fantascientifico incentrati su robot guerrieri che mescolavano archetipi culturali del Paese del Sol levante a tematiche di genere fantastico dalla distopia alla guerra galattica.
A quella breve ma intensa stagione di personaggi, rimasta nel cuore dei suoi appassionati ormai cresciuti con la loro passione che oggi si estrinseca in altro modo ma non più in tv da dove i robot sono praticamente spariti, Jacopo Nacci dedica la Guida ai super robot: l’animazione robotica giapponese dal 1972 al 1980.
Non è il primo libro ad uscire in tema, da quando i fan di quei giganti d’acciaio hanno potuto iniziare a riflettere non più da bambini sugli anime come contenitori di cultura e passione sono usciti tanti libri, ma si distingue per come si focalizza su un genere e su alcuni personaggi, uniti da un filo rosso ma non certo tutti uguali e ripetitivi come sostenevano i detrattori che all’epoca li accusarono di tutti i mali della società.
L’autore fornisce per tutti i robottoni dal 1972 al 1980 una scheda in cui racconta la trama, svelando in qualche caso il finale a chi magari se l’era perso allora ed è sempre rimasto con la curiosità di come erano andate a finire le cose in un universo in cui il lieto fine non era scontato e nemmeno assoluto, e un’analisi tematica su quelli che sono i punti forti di queste serie. Ci sono tutti i robottoni di quegli anni da Astroganga a Baldios, dai due Mazinga a Jeeg, da Daitarn 3 a Godam, da Goldrake ovviamente a Daltanious, da Gaiking a Ideon, fino ad arrivare a Gundam, che è stato un vero e proprio spartiacque, perché ha introdotto il concetto di robot non più come guerriero mistico e invincibile ma come macchina da combattimento normale nelle fila di un esercito.
Un libro per appassionati e nostalgici, ma non solo, visto che racconta in maniera non solo all’insegna del rimpianto delle icone e delle storie svelandone il valore e l’interesse, in relazione alla cultura giapponese ma anche ad archetipi come il viaggio nell’abisso e nella morte per poi risorgere a nuova vita che sono al centro di ogni vicenda. Poi, chiunque era ragazzino allora o magari ha scoperto dopo questi giganti d’acciaio con dentro eroi con problemi troverà il suo beniamino e il suo microcosmo preferito, magari scoprendo qualcosa di nuovo o che non aveva notato.

Jacopo Nacci è nato nel 1975 e abita a Pesaro. Scrittore, recensore, blogger, è autore dei romanzi Tutti carini, uscito per Donzelli nel 1997 e Dreadlock (Zona, 2011). Ha inoltre partecipato al progetto collettivo Lo zelo e la guerra aperta della Cooperativa di narrazione popolare 2012. Il suo blog è yattaran.com

Provenienza: omaggio dell’editore, si ringrazia Paola Papetti di Odoya.

Disclosure: questo post contiene affiliate link di Libreriauniversitaria.

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